I tiranti sono elementi strutturali operanti in trazione atti a trasmettere i carichi al terreno, possono essere posizionati con diverse inclinazioni e profondità in base alla natura del terreno e del tipo d’intervento da eseguire. Sono composti di acciaio e miscela cementizia, destinati a collegare strutture principali al terreno, in profondità, equilibrando in tal modo le spinte. Si differenziano, funzionalmente, in tre parti: testa di ancoraggio, parte libera, fondazione.
In funzione della durata nel tempo i tiranti si dividono in:
- Permanenti, quando la loro azione è richiesta per un tempo importante della vita della struttura cui sono applicati; in questo caso devono essere realizzati con la massima cura e protetti contro la corrosione in maniera totale.
- Provvisori quando sono applicati a strutture temporanee o per bilanciare forze che vengono a crearsi durante la costruzione dell’opera, ma non più presenti ad opera finita.
In funzione delle modalità costruttive:
- Tiranti a trefoli, in grado di sopportare i carichi maggiori (fino a 180 ton ed anche oltre) e costituiti da un numero variabile di “trecce” di acciaio armonico a ciascuna delle quali può essere applicato un carico di 15-18 ton.
- Tiranti a barre, realizzati generalmente con un unico tondino d’acciaio in grado di resistere in esercizio fino a 90-100 ton.
In funzione del terreno in cui vengono collocati:
- Tiranti con tampone e valvole, in cui la parte libera è nettamente separata dal bulbo da un sacco di geotessuto riempito con malta.
- Tiranti con sacco otturatore, realizzati in sabbie, ghiaie fini ed in tutti quei casi dove l’elevata permeabilità dei terreni non offre garanzie sull’efficacia dell’iniezione del bulbo.
- Tiranti con allargature meccaniche, validi per terreni coesivi consistenti.